martedì 29 aprile 2014

Pronansiescion: la difficile sfida

Che buona parte degli italiani si ostini a inventare nuovi idiomi, nel tentativo di parlare una lingua straniera, già lo sapevamo. A farcelo notare c'è tutto il filone dei film sui gangsta italo-americani; ci sono i fantastici discorsi dei nostri politici -di quei pochi che almeno fanno finta di sapere un po' d'inglese-; c'è l'amico che "tenkiù wagliò" e quello che "wosss yor neim?" (ADORO la zeta-non-zeta dei bolognesi) infine c'è il bellissimo bello bellino , insomma il ringraziamento di Sorrentino alla premiazione degli oscar 2014.

Ma niente, la pronuncia sembra restare qualcosa di superfluo. Se c'è bene, se no fa lo stesso, tanto l'importante è capirsi. Sì, STO PAIO DI PALLE. Ma che ve lo dico a fa', d'altronde sento ancora dire cose come salCiccia e coRtello. Le persone ci si affezionano a quelle parole, così tanto che anche se fai notare loro che non esistono, non ti credono mica sai. E vabbeh.

Eppure basterebbe così poco. Si narra che qualche pazzo sprovveduto abbia persino pensato di inventare un alfabeto apposito, universale, per permettere a tutti di pronunciare parole diverse dalla propria lingua materna. Che magnifica leggenda. Cosa? E' realtà? Eccolo qui, il caro amico IPA.








Basterebbe inserire nei programmi di lingua straniera delle superiori un briciolo di fonologia. Ha capito sig.ra ministrA Giannini? Da una glottologa come lei me lo aspetto eh.
    "No va beh ma io le lingue le so bene anche senza quella roba lì" . Bravissimo. A me invece quella specie di elfico, dopo anni di studio di inglese e francese, mi ha stravolta. [Sì, questa è la parte del post in cui parlo un po' male di me così non sembro troppo maestrina.]

Lo ammetto, non sapevo che knowledge in British English fosse  /ˈnɒlɪʤ/ cioè una roba tipo  "NOLIG", mentre le spiegazioni sulla differenza tra vent e vin per me erano tutte inutili. Già le nasali non esistono, non sono tangibili, in più se non mi associ un simbolo a queste entità, è normale che continui a ordinare all'oste francese un bicchiere di vento. Che poi io sono ben strana eh, potrei racchiudere il mio rapporto con la pronansiescion in un semplice distico alla Jumanji:


"Se per il culo prenderai
Una pronuncia impeccabile avrai."

Tra i prof di lingua straniera incontrati negli anni, ne ricordo uno che ci chiedeva di esagerare. Nel dubbio, quando dovete pronunciare, sentitevi al teatro ed esagerate. Piccola grande verità. Tant'è che la parte minchiona di me ha fatto tesoro del consiglio, almeno parzialmente. Si da il caso che mi diverta spesso e volentieri ad imitare gli strani esseri che circolano per la facoltà, parlanti lingue straniere si intende. Si da il caso, inoltre, che durante tali prese per il culo riesca a raggiungere una pronuncia da livello C2. Peccato che poi quando faccio la seria torni al mio misero B2/C1. A sto punto mi sorge un dubbio: dovrei forse investire di più sulla me cazzona cabarettista e meno sulla studentessa speranzosa e diligente? Ci rifletterò.




domenica 27 aprile 2014

Donne che mangiano yogurt scaduti.

"Cos'è, hai le tue cose?"

Eccola lì, la domanda più odiosa che una donna, puntualmente, si sente rivolgere dagli esemplari di sesso opposto. Seguita, nella top three delle domande-idiote-che-ti-conviene-smettere-subito-di-fare da: "che taglia di reggiseno porti?"  e  "che c'è per cena?".

Il 90% delle donne, alla suddetta domanda, reagirà scatenando sullo sprovveduto l'ira di tutti gli dei dell'Olimpo, offendendosi. Io faccio orgogliosamente parte di quel 90%.

Detto ciò, vorrei subito sfatare questo mito della donna vista come essere influenzato dal ciclo lunare che in alcuni periodi si trasforma in licantropo. Vorrei, davvero, ma non mi è possibile farlo. Tralasciando il fatto che persino io (e immagino buona parte di quel 90%) in quei giorni odio l'umanità intera, vorrei spostare l'attenzione su altri individui incontrati durante il mio percorso scolastico/universitario che non fanno altro che alimentare questo grande stereotipo. Infatti, ora che la sessione d'esami si avvicina, non posso fare a meno di gioire del fatto che, per stavolta, saranno solo dei professori a giudicarmi. Perchè dai, non raccontiamoci delle favole, le donne spesso sono molto più stronze degli uomini.

Ho deciso dunque di riassumere le principali categorie di donne che mangiano yogurt scaduti, col supporto di prove scientifiche ed immagini inedite, al fine di tentare di riconoscerle fin da subito e provare a sottrarsi dalla loro acidità:

1) LA FRUSTRATA


Senza troppi sotterfugi ti fa capire fin da subito che il suo rapporto con la menopausa non è dei migliori. Non sa nulla di te, ma decide comunque di volerti rovinarti la vita (o almeno la giornata). Leggi nei suoi occhi e nella rigidità dei movimenti, una frustrazione crescente che, in base ai giorni, sceglie di sfogare su donne più giovani di lei o sugli uomini, la fonte del proprio dolore.
Solitamente, questo esemplare di donna che mangia yogurt scaduti, ti si propone come professoressa esterna agli esami di maturità. Dopo averti dato un voto mediocre alla prova scritta, ella tenterà il tutto per tutto, facendoti domande del programma di seconda superiore di una materia diversa dalla sua e dibattendo a lungo coi colleghi interni per abbassare il tuo voto di diploma.


2) LA GATTARA


La professoressa gattara è colei che riesce a trasmettere ai propri studenti una sensazione mista di tenerezza e terrore. Si presenta nei panni di una donna di mezza età dall'umore altalenante, che inizierai presto ad amare ed odiare. Puntualmente, la gattara insegna materie umanistiche abbastanza interessanti. La gradevolezza della materia non farà altro che alimentare in te dolci speranze: "però si vede che ama quello che fa. Non può essere così terribile" ... Invece sì. LO SARA'.
Al colloquio orale procede con caute domande ascoltando le relative risposte con aria perplessa. La tua speranza vacilla ma poi ti dici caspita le stai rispondendo bene, e dopo solo 5 ore di attesa e 40 minuti d'interrogazione, ti ha già chiesto il libretto per segnare il voto. A quel punto, e solo a quel punto, la nostra dottoressa Jakyll tornerà la mrs Hyde che più di una volta si è dimostrata in aula. Col sorriso stampato sulle labbra ti congederà con un "signorina, ha studiato benissimo, si vede che sa le cose, ma deve migliorare nel modo di esprimersi" abbattendo ai massimi livelli la tua autostima. D'altronde lei pretendeva di più, manco fossi Wonder Woman.


3) L'ATTRICE

L'ultima categoria di donne che mangiano yogurt scaduti è la più pericolosa di tutti. Ai fini della ricerca non mi sarebbe stato utile postare alcuna fotografia poichè la professoressa attrice a prima vista non presenta tratti fisici particolari.
Se l'università fosse un film horror, e spesso lo è, la professoressa attrice sarebbe l'amico che negli ultimi 10 min si rivela il feroce killer. Questa donna, infatti, si impegnerà fino all'ultima lezione per farsi apprezzare dagli studenti, spiegando in maniera chiara e dimostrandosi disponibile. All'esame, però, avrà inizio la carneficina. Le prime vittime, bocciate ed umiliate, tenteranno in lacrime di avvisare i compagni sulla pericolosità dell'esemplare e tu, iscritto all'ultimo appello, non saprai più se continuare ad ascoltare le domande impossibili già fatte o se ignorare il tutto e andare ad accendere un cero. Solitamente lo studente medio tenta di mettersi l'animo in pace, accende il cero e si presenta all'appello, pronto ad abbassare la propria media del 27 accettando un 18 dettato dal ciclo lunare della professoressa.


Se oltre alle professoresse analizzassimo altre professioni potremmo sicuramente creare un'enciclopedia della donna acida che neanche la Treccani (ecco, forse le Trecagne). Perciò, la butto lì, anzichè mandare l'intero monte Olimpo contro quel poveraccio, teniamo un Ade o uno Zeus per queste gentildonne: avranno la compagnia che meritano e la nostra categoria ne trarrà sicuramente beneficio.


sabato 26 aprile 2014

Chi? Perchè? Cosa? Istruzioni per l'uso

WHO?
Sono Désirée, una simpatica studentessa universitaria di 20anni. Fin da bambina, o come diciamo qui a Bologna “da cinna”, ho sviluppato una parlantina non indifferente. Una parlantina tale da sentirmi spesso dire: “potresti proprio diventare un avvocato o una giornalista!
Insomma sì, sono una rompicoglioni e abbandonata la prima opzione sono rimasta incastrata nella passione per la scrittura e le lingue straniere.



WHY?

Ho aperto questo blog per *rullo di tamburi*... scrivere. Già. Non ho secondi fini come farmi conoscere o salvare la vita di qualcuno. Va da sé che per me scrivere significa raccontare storie, esperienze interessanti, utili al lettore o aneddoti divertenti completamente inutili. Quindi, ricapitolando, voglio scrivere storie.


WHAT?
Storie al femminile, per essere precisi. Storie di giovani studentesse, storie di giovani e basta. Storie di donne con le palle, di donne che dimostrano una forza da eroine o dalle quali, quotidianamente, ci si aspetta tantissimo. Ma non solo questo: primo, perché a 20 anni non ho la presunzione di considerarmi un'esperta in materia; secondo, perché non voglio creare un blog femminista e/o polemico. Essere donne è bello ed è importante parlarne, ma voglio che sia solo un punto di partenza per tirare fuori qualsiasi argomento e trattarlo anche (e soprattutto) con la maggior leggerezza possibile.

SO... Enjoy my blog! E non aspettatevi chissà che, manco fossi Wonder Woman!