Dovrei studiare. Domani ho un noiosissimo test e, come sempre, cerco qualcosa con cui distrarmi. Puntualmente, durante i momenti di studio intenso, decido di spararmi qualche film: in tv, al cinema e mentale. Sarà che il fatto stesso di studiare proietta il mio pensiero, sarà che all'università si studia per costruirsi un futuro. Così anche oggi devo viaggiare un po' immaginando cose che potrebbero o non potrebbero mai accadermi.
Il 2012 è stato un anno cruciale per me. L'estate della maturità. Non starò qui a elencare poetice frasi malinconiche sul mondo del liceo perchè, per me, di poetico non c'è stato proprio nulla. Infatti non vedevo l'ora di scappare da quell'ambiente. Non sono una persona asociale, anzi, nei primi anni ho stretto molti rapporti e riuscivo a scherzare sempre ed essere a mio agio con tutti, poi qualcosa è cambiato. Non saprei a chi dare la colpa, all'epoca la davo agli altri, a quei ragazzini che si preoccupavano solo di come fare i fighi il sabato sera. Quando avevo 15 anni ho dovuto affrontare dei grossi problemi in famiglia, da quel preciso momento gli screzi col fidanzatino e il dramma della mancata borsa firmata iniziarono ad urtarmi. Così ho innalzato un muro con l'obiettivo di tenere alla larga quella superficialità, beccandomi in risposta i dovuti trattamenti. Mi sono sentita fuori posto per tutto il quinto anno. Ora, col senno di poi, posso solo dare la colpa al fato. Era normale preoccuparsi di quelle futili cose a 16 anni, sono cresciuta troppo in fretta.
Fatto sta che durante quella famosa estate riesco finalmente a ritrovare quella spensieratezza di cui tutti abbiamo bisogno. Ero uscita con un ottimo voto ed avevo le idee chiare sul mio futuro. Fino ad ottobre ho continuato a stupirmi, il primo viaggio all'estero da sola, l'ingresso all'università superando lo sbarramento, la conoscenza di persone nuove che condividevano le mie passioni. Ero esattamente nel posto giusto.
Oggi, a quasi due anni da quel momento di assoluta congruenza tra sogno e realtà, mi trovo in bilico. Sto seguendo un filo che non so più dove mi porterà. Conosco la prima tappa: erasmus a Porto. Immagino la seguente: laurea. E poi?
Parlare con la gente mi mette solo ansia. Perchè sono tutti così carichi
per la magistrale? Perchè la triennale è diventata così inutile e
mainstream? Perchè non esistono magistrali fighe per il mio corso? E
perchè? E perchè? Ecco, sono tornata bambina...
Va beh, facciamo così: mi fermerò un po' in quella stupendissima prima
tappa e chissenefrega del mainstream, dell'utile e del dilettevole. Se
avete bigogno, da settembre, cercatemi qua:

grande, complimenti ;-)
RispondiEliminaGrazie mille, anzi, muito obrigada!!!
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